“Se fare un gesto d’amore ti fa sentire bene, immagina farne migliaia”. Questo il claim della nuova campagna di comunicazione 8xmille della Conferenza Episcopale Italiana, che mette in evidenza il significato profondo di un semplice gesto che permette ogni anno la realizzazione di migliaia di progetti in Italia e nei Paesi in via di sviluppo. La campagna sottolinea la relazione tra la vita quotidiana degli italiani e le opere della Chiesa, attraverso la metafora dei “gesti d’amore”: piccoli o grandi gesti di altruismo che capita di fare nella vita e che non fanno sentire bene solo chi li riceve, ma anche chi li compie.
“L’obiettivo della campagna 2023 – afferma il responsabile del Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – è far comprendere il valore di un gesto molto semplice come una firma, abbinandolo a momenti della vita di tutti i giorni. Gli spot ruotano intorno al concetto del ‘sentirsi bene’ prendendosi cura del prossimo grazie ad un’opzione, nella propria dichiarazione dei redditi, che si traduce in migliaia di progetti. Chi firma è protagonista di un cambiamento ed è autore di una scelta solidale, frutto di una decisione consapevole, da rinnovare ogni anno. In ogni iniziativa le risorse economiche sono messe a frutto da sacerdoti, suore, operatori e dai tantissimi volontari che, con le nostre firme, sono il vero motore dei progetti realizzati”.
Ecco quindi che attraverso una semplice firma, quella per l’8xmille, è possibile moltiplicare ogni giorno la sensazione di benessere che si prova quando si fa un gesto d’amore. Come fa la Chiesa quotidianamente attraverso i suoi interventi arrivando capillarmente sul territorio a sostenere e aiutare chi ne ha più bisogno: poveri, senzatetto, immigrati, ma anche italiani che attraversano momenti di difficoltà. L’8xmille consente anche di valorizzare il patrimonio artistico nazionale con preziose opere di restauro come è accaduto ad Ancona, dove la chiesa di Santa Maria della Piazza è attualmente sottoposta ad un intervento di restauro conservativo che interessa il manto di copertura dell’edificio, le sue facciate laterali, quella posteriore e il campanile.
Gioiello di architettura romanica, eretta tra l’XI e il XII secolo sui resti di una basilica paleocristiana, la chiesa sarà restituita alla cittadinanza continuando a tramandare arte e fede alle generazioni future. Si tratta di un’importante opera di conservazione e recupero di una chiesa che testimonia oltre 1.700 anni di storia. Già nel 425 in occasione della Pasqua, il vescovo di Ippona, Sant’Agostino, riferendo sulla diffusione del culto del martire Stefano, menzionava l’esistenza ad Ancona di un luogo sacro, memoria antiqua, in cui si venerava una reliquia del Santo. È quindi possibile identificare i resti della basilica paleocristiana, rinvenuti nell’area sottostante l’attuale chiesa di Santa Maria, con la prima Cattedrale dedicata a Santo Stefano, edificata fuori le mura urbane in luogo della Domus Ecclesiae, dove si riuniva l’originaria comunità cristiana di Ancona. A cavallo tra l’XI e il XII secolo, sulle rovine della basilica venne edificata la chiesa romanica di Santa Maria, originariamente denominata del Canneto, per la presenza di vegetazione palustre nelle sue vicinanze, e successivamente detta del Mercato, poiché nella piazza antistante si teneva il mercato cittadino e a partire dal XIII secolo si svolgeva la cerimonia del giuramento del Podestà di fronte alle autorità civili e religiose.
“Le chiese sono monumenti di fede – sottolinea Mons. Angelo Spina, Arcivescovo Metropolita di Ancona-Osimo – ma anche segno di bellezza e patrimonio culturale da custodire e valorizzare. Ringrazio la Cei che ha posto la sua attenzione sulla chiesa di Santa Maria della Piazza, la prima cattedrale di Ancona. Grazie ai contributi provenienti dall’8xmille alla Chiesa cattolica è possibile restaurare la meravigliosa chiesa romanica, situata nel centro della città. La firma per l’8xmille da parte dei cittadini è molto importante perché promuove opere pastorali, caritative e di bellezza che la Chiesa con impegno porta avanti”.
Visitata ogni anno da oltre 20mila persone, Santa Maria della Piazza, considerata uno degli edifici monumentali più significativi di Ancona, è un tesoro fragile, già sottoposta a due restauri nel corso del ‘900. In occasione degli interventi del 1980 si migliorò la fruibilità della basilica paleocristiana sottostante e, per permettere di osservarne alcuni elementi, furono realizzati sul pavimento della chiesa romanica alcuni affacci protetti da lastre di vetro. “Siamo molto lieti che la Cei abbia riconosciuto il valore della nostra chiesa – spiega don Luca Bottegoni, rettore di Santa Maria della Piazza e direttore dell’Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici –. Grazie a questo fondamentale contributo entro la fine dell’anno potremo recuperare la nostra splendida chiesa, espressione della storia della nostra città e alla quale gli anconetani sono legati da una memoria affettiva. Qui nel tempo si sono celebrati molti matrimoni e quindi la chiesa è diventata per molte coppie memoria del sacramento”.
Come ricordano Mauro Castracani e la moglie Elisabetta Merola che a questa chiesa, dove fu celebrato il loro matrimonio, sono molto affezionati. “Mi crea sempre una grande emozione entrare qui dentro – spiega Mauro – non solo per i ricordi personali ma anche perché sono sempre colpito dalla maestosità di quanto nell’XI secolo sono riusciti a creare e, fortunatamente, possiamo ancora ammirare tutti i giorni. Ritengo fondamentale il contributo che riesce a dare la Cei grazie all’8xmille per poter conservare certe bellezze offrendole all’uso quotidiano”.
Ai 171mila euro provenienti dalle firme dei cittadini si affiancherà il sostegno economico diretto della diocesi per un importo di altri 141mila euro, indispensabili per completare i lavori. “Tutelare un patrimonio come questo significa mantenere il legame tra le generazioni – aggiunge don Bottegoni –. Oltre al valore culturale, pastorale e liturgico non dobbiamo dimenticare che il finanziamento che deriva dall’8xmille rappresenta anche un volano per l’economia. Il restauro richiede manodopera specializzata; non è un lavoro dequalificato ma promuove professionalità che senza il patrimonio della Chiesa da tutelare, spesso, non avrebbero lavoro”.
La chiesa durante i lavori rimarrà aperta al pubblico in modo da permettere ai turisti di visitarla. “Nel corso dell’anno sono molti gli anconetani che visitano la chiesa – sottolinea Matteo Rocchetti, volontario accoglienza visitatori – mentre nel periodo estivo sono più numerosi i turisti stranieri”. Proprio in vista del maggiore afflusso dovuto ai croceristi che fanno tappa al porto di Ancona, tutti i giovedì, venerdì e sabato, dal 15 aprile al 3 novembre, sono ampliati gli orari di apertura dalle 10 alle 18.Iniziato nel dicembre 2022, il restauro di Santa Maria della Piazza terminerà entro la fine del 2023. “Dopo il recente sisma del 9 novembre 2022, alcune chiese – conclude don Luca – hanno subito numerosi danni e sono ancora chiuse. Ci auguriamo che anche gli altri edifici di culto del territorio diocesano, attualmente inagibili, possano vedere presto la fruttuosità delle firme”.
Disponibile sia sul sito 8xmille.it che nel relativo canale YouTube, il video relativo alla Chiesa di Santa Maria della Piazza racconta attraverso la testimonianza di don Luca, Mauro, Eleonora e di Matteo il rilievo di un restauro che riconsegnerà a fedeli e visitatori un antico gioiello.
Fondi 8xmille Chiesa cattolica | I numeri del progetto |
171.000 euro per i lavori di ristrutturazione
Annualità 2022 |
17 secoli dalla fondazione della prima basilica paleocristiana |
3 denominazioni differenti: Santa Maria del Canneto, Santa Maria del Mercato e Santa Maria della Piazza | |
2 chiese in una | |
3 restauratori impegnati nell’intervento | |
203 giornate lavorative | |
20.000 visitatori ogni anno | |
141.000 euro contributo diretto diocesi |